Rassegna Stampa Telematica

CONTI PUBBLICI, ESPOSTO IN PROCURA
Data pubblicazione : 25-10-2015

Logo La denuncia da parte dei consiglieri Caglioti, Diaco e Zoccali. Le minoranze: «I bilanci taroccati per evitare la dichiarazione di dissesto». La Giunta si difende «Sono solo calunnie»

 di DARIO CONIDI

FILADELFIA - Si acuisce lo scontro politico fra minoranze e maggioranza consiliare. Oggetto del contendere continua ad essere la delibera n.37/2015 della Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Calabria. Infatti, su questa pronuncia dei giudici contabili fioccano esposti delle minoranze consiliari alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, per tramite anche della locale Stazione dei carabinieri. Si tratta di un esposto congiunto dei consiglieri comunali di opposizione Gaetano Walter Caglioti (“Uniti per cambiare”) e Salvatore Diaco (Udc). A questo, a quanto pare, si aggiunge anche un’istanza individuale da parte dell’altro esponente consiliare di minoranza di centrodestra, Antonio Zoccali. Tuttavia, l’amministrazione comunale prova a difendersi preannunciando, casomai si presentassero gli estremi, querele per calunnia e diffamazione.

Caglioti Fronte Walter Caglioti (Upc)/Salvatore Diaco (Udc). Nella mattinata di sabato i due consiglieri si sono recati alla locale caserma dei carabinieri per presentare il loro esposto congiunto da inoltrare al procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. «Noi che siamo abituati alle cose concrete e alle documentazioni ufficiali - ha reso noto Walter Caglioti - in data odierna (ieri per chi legge, ndr), assieme al consigliere Salvatore Diaco, ci siamo recati presso la locale Stazione dei carabinieri e abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Che siano bugiardi e taroccatori di numeri - incalza - lo ha certificato anche la Corte dei Conti. Che cerchino di buttare fumo confondendo entrate con cassa, ci fa comodo perché loro stessi certificano i falsi dei bilanci comunali».

Nell’esposto congiunto dei consiglieri di minoranza Caglioti e Salvatore Diaco, formato da due pagine, viene evidenziato, come anche rilevato nella pronuncia della Corte dei Conti, come «l’amministrazione di Filadelfia si sarebbe resa colpevole, con atti e omissioni, ad alterazione dati contabili dell’Ente per le annualità 2011, 2012, 2013» con il chiaro intento, a parere degli scriventi, «non solo di dare una falsa rappresentazione della realtà economico/finanziaria dell’ente comunale nei confronti dei creditori  ma, specie in relazione ai parametri di deficitarietà, di evitare la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario dell’ente, scongiurare  lo scioglimento del consiglio comunale evitando agli amministratori a cui viene contestato il dissesto le conseguenze personali derivanti dallo stesso con particolare riferimento alla sospensione temporanea del diritto di elettorato passivo».

Infine, nello specifico, i due esponenti consiliari di opposizione si permettono di evidenziare al procuratore della Repubblica di Lamezia, le 12 situazioni di criticità «risultanti dalla deliberazione della Corte dei Conti n.37/2015».

Zoccali Fronte Antonio Zoccali (Centrodestra). Anche l’altro esponente consiliare di minoranza del centrodestra, Antonio Zoccali, come anticipato anche nell’ultimo civico consesso, si è mosso facendo già partire una sua istanza individuale, sempre per quanto riguarda la pronuncia della Corte dei Conti riportata nella “famigerata” delibera n.37/2015, interpellando già il giudice Ginestra e, in più, nella sua qualità di leader del centrodestra, sta preparando un dossier relativamente alla gestione finanziaria dell’amministrazione comunale anche perché «è da 5 anni che combatto contro la legislatura comunale di De Nisi, in quanto sono la maggiore espressione di leadership locale del centrodestra, inserendomi in un quadro politico filadelfiese tutt’altro che semplice. Dico questo perché chi si sta opponendo alle amministrazioni comunali De Nisi, sono componenti che fanno parte dello stesso centrosinistra. Ciò detto, quello che sto facendo e portando avanti da 5 anni a questa parte è una doppia lotta».            

 

La Giunta si difende «Sono solo calunnie»

FILADELFIA - Sotto il fuoco incrociato dei “nemici”, fra esposti congiunti e istanze individuali alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme inerenti la pronuncia della Corte dei Conti, l’amministrazione comunale si difende e afferma che «nessuno è falso né bugiardo e non si è agito con dolo». Ribadendo ancora che, se si dovessero presentare gli estremi, fioccheranno querele per calunnia e diffamazione. «Non siamo in grado, in questo momento -  si legge in una nota diramata dall’amministrazione comunale cittadina - di replicare compiutamente alle gravissime accuse mosse all’amministrazione comunale, attuale ed a quelle che si sono  succedute negli  ultimi 15 anni (a queste fa riferimento l’attacco del consigliere Caglioti), ai dirigenti che si sono succeduti in questi anni e a tutti gli organi di controllo che si sono anch’essi succeduti in questi anni, tutti a detta del dottor Caglioti coinvolti».

L’amministrazione entrando nel merito, ricorda che «i rilievi sollevati dalla Corte dei Conti sono rilievi di natura contabile  e riguardano nello specifico alcune questioni che sono state confutate con argomenti che la stessa Corte ha ritenuto validi e chi legge la relazione con occhio obiettivo ne ravvisa anche dei rilievi di positività di trend negli anni indicati. Ma si vuole  far diventare di natura penale la questione, anche se a parere di chi scrive, la cosa deve essere mantenuta nell’alveo tecnico-contabile, ma se saranno accertate responsabilità dirette, soggettive, di dolo specifico, ognuno se ne assumerà le conseguenze, altrimenti si parlerà in termini di calunnia e diffamazione».

Il governo amministrativo cittadino prosegue: «Ci corre l’obbligo comunque ricordare che la questione si incentra soprattutto sui parametri, anche perché le altre questioni sono per molti versi, di natura contabile alle quali gli uffici e gli organi di controllo dovranno ribattere e non gli organi di indirizzo e su questo occorre ribadire che per l’anno 2011 la Corte non ha rilevato nulla, per il 2012 si parla dei procedimenti di esecuzione forzata, ossia di alcuni pignoramenti effettuati da legali per singole cause che sono state segnalate e sulla spesa del personale, parametro in contestazione ancora ad oggi.

Per il 2013 i residui attivi da gestione residui, per l’Ente dovevano inglobare anche i residui di competenza e i debiti fuori bilancio nel 2013 riguardano solo il riconoscimento della sentenza del 1986 sull’esproprio del terreno dove è ubicato l’attuale campo di calcio. Sono elementi che saranno vagliati ancora di più attentamente ma che a parere di chi scrive non hanno nessuna connotazione di falsificazione o mistificazione, né di responsabilità penale».

d. c.

 

 

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