Rassegna Stampa Telematica

GIALLO A FILADELFIA
Data pubblicazione : 15-08-2015

 Logo  Grave pensionato con ferite alla gola. Tentato suicidio o aggressione? Indagano i carabinieri

Antonio Sisca

FILADELFIA.  Un uomo è stato ritrovato morente nei pressi della sua abitazione nella notte di venerdì verso le due dopo la mezzanotte; si tratta di Antonio Ferraiolo, 66 anni, originario di San Pietro a Maida ma abitante a Filadelfia in via Michelangelo Buonarroti.  A fare la scoperta è stato il nipote Tommasino che a quell’ora stava rientrando a casa, poco distante da quella del congiunto. Ad attirare l’attenzione del giovane alcuni lamenti che provenivano dai pressi dell’abitazione del nonno; avvicinatosi ha trovato l’anziano uomo riverso a terra in una pozza di sangue.

Dato l’allarme, sul posto sono giunti i carabinieri della stazione al comando del maresciallo Salvatore Scalzone che hanno subito provveduto a telefonare alla Guardia medica; il sanitario di turno constata la gravità della situazione ha preferito avvisare il 118. L’uomo presentava due vistose ferite da arma da taglio alla gola,  dopo le prime cure del caso è stato trasportato all’ospedale di Vibo Valentia da dove successivamente è stato trasferito a quello di Lamezia Terme.

Le sue condizioni sono gravi; al maresciallo Scalzone  che gli ha rivolto qualche domanda prima che arrivasse l’ambulanza, l’uomo con un filo di fiato ha risposto di essersi sferrato da solo le due coltellate , il coltello insanguinato è stata ritrovato a circa due metri dal luogo dove il pensionato era riverso. Naturalmente i militari hanno avviato le indagini per cercare di capire se il racconto del pensionato risponda al vero.

Ferraiolo da mesi viveva da solo, dopo che il Gip del Tribunale di Lamezia Terme  aveva disposto l’allontanamento dal domicilio familiare per presunti maltrattamenti nei confronti della moglie e del figlio. Sera di giovedì, secondo il racconto reso ai carabinieri dalla figlia, l’uomo era stato  a casa sua sino alle venti, dopo avere cenato è andato via. Si ritiene  pertanto che il pensionato si è recato a bere qualche birra in un locale della cittadina dove sarebbe rimasto fino a notte inoltrata.

Dopo che  l’uomo con sentenza del magistrato era stato allontanato dalla famiglia anche perché dedito all’alcol era caduto in una sorta di depressione; spesso andava a pranzare a casa della figlia ma questo evidentemente non era sufficiente per sconfiggere il male di vivere. Da qui il tentativo di togliersi la vita, ammesso che si sia trattato di volontà sucida. In ogni caso i familiari intendono vederci chiaro e hanno affidato all’avvocato Antonio Zoccali il compito di investigare.

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