Rassegna Stampa Telematica

LE RADICI COMUNI DEI MIGRANTI
Data pubblicazione : 03-08-2015

 Logo  Il racconto delle migrazioni attraverso immagini, video e testimonianze. Il tema al centro della prima edizione della manifestazione “Roots” 2015

manifestazione Forum group “I Like Filadelfia” di DARIO CONIDI

FILADELFIA - Si è svolta qualche sera fa, in piazza San Francesco, la I edizione di “Roots: le radici comuni dei popoli migranti”, il racconto-dibattito delle migrazioni attraverso immagini, video e testimonianze dirette, ideato dal Forum group “I Like Filadelfia”.

La serata è stata introdotta dalla lettura della poesia “Eranu tiempi brutti”, scritta dal maestro Vito Conidi, un racconto emozionante dei pensieri e dello stato d’animo dei filadelfiesi costretti ad emigrare per fronteggiare le ristrettezze economiche. La poesia è stata anche musicata dal maestro Tommaso Conidi (membro di “I Like Filadelfia”) e trasmessa nel corso della serata. Successivamente, il programma della manifestazione ha visto la presentazione del gruppo “I Like Filadelfia” da parte di Mariano Serratore, alla presenza degli altri membri, Tonino Gugliotta, Vito Bartucca, Barbara Campisano, Caterina Diaco, Massimo Valia, Manuela Costa, Tommaso Carchedi, Danilo Ruscio, Alessandro Lucia, Emanuela Carchedi, Marisa Carchedi, Natale Giampà, e Francesca De Nisi che ha poi condotto il resto della serata. Sono state le immagini a raccontare le storie dei popoli migranti.

Cortometraggi, video-interviste, letture di testimonianze dirette, ma anche tante fotografie, allestite in una mostra grazie al contributo del circolo “Auser” di Paola e del fotografo vibonese Francesco Mazzitello che racconta con i suoi scatti gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane.

Particolarmente emozionanti sono state le testimonianze delle video-interviste, in cui i racconti degli emigranti di Filadelfia in America e in Svizzera, si sono intrecciati con quelli di migranti provenienti dal Marocco o dalla Bulgaria, stabilitisi in Calabria.

Dunque, protagonista della serata è stato il “migrante”, inteso come l’uomo, la donna e il bambino, che lascia la propria casa, i luoghi in cui è nato e cresciuto, in cui sono ancorati i suoi affetti per rincorrere un posto nuovo, diverso, migliore, in cui poter costruire un futuro non realizzabile nella terra di origine, lasciandosi indietro condizioni di disagio economico, territoriale o causate dal dramma della guerra.

Sono queste, in fondo, le radici comuni dei popoli migranti. Significativa è stata, in tal senso. la proiezione dell’ultimo cortometraggio, “Articolo 23” del compianto maestro di origini calabresi, Vittorio De Seta che racconta con travolgente lucidità «l’integrazione possibile tra il popolo calabrese, ancora oggi costretto ad emigrare e ad abbandonare i propri paesi, sempre più vuoti e i migranti che giungono nella nostra terra, per i quali rappresenta un nuovo inizio, un futuro possibile».

«Il messaggio che “I Like Filadelfia” ha voluto trasmettere con l’iniziativa “Roots” - viene spiegato dal Forum group - è che per poter comprendere con serenità e obiettività ciò che siamo diventati ed il mondo che ci circonda, non possiamo dimenticare le nostre radici di popolo migrante, perché come ha scritto Luis Sepulveda, “un popolo che dimentica il proprio passato, è un popolo senza futuro”. Noi - viene spiegato in conclusione - invece il futuro vogliamo tenercelo stretto, non vogliamo abbandonarlo».

 

indietro
HTML 4.01 Strict Valid CSS
Pagina caricata in : 0.299 secondi
Powered by Asmenet Calabria