Rassegna Stampa - Comune di Filadelfia
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Antonio Sisca
FILADELFIA. Non rassegnarsi allo spopolamento del territorio e provare a pensare un futuro diverso per la cittadina. Nel dibattito sullo spopolamento della cittadina e sull’unione dei Comuni interviene l’architetto Tommaso Bevivino, un professionista originario di Filadelfia che vive a Roma, in questi giorni in vacanza nella nostro paese, e che tra gli anni Settanta e Ottanta è stato l’autore di importanti progetti innovativi dal punto di vista architettonico, nel rispetto sempre dell’esistente.
In una lettera inviata al nostro giornale l’architetto Bevivino propone qualche soluzione “ Dopo avere letto l’articolo apparso sulla Gazzetta del Sud di qualche giorno fa mi corre l’obbligo di dire la mia nella speranza di essere in qualche modo utile nel quadro degli accadimenti nei paesi del Mediterraneo: Fuga dei giovani che spopolano il sud di Italia e contemporaneamente arrivo di masse di migranti provenienti dall'Africa in cerca di pace e lavoro. Terre senza uomini ed uomini senza terra – scrive”
Quattro i punti su cui si sofferma il professionista: “case vuote nel centro storico: dal 1974 ad oggi Filadelfia ha perso 4.000 abitanti. Quante sono le case vuote? Quali caratteristiche presentano? Quali i proprietari? Sarebbe utile un inventario. Campagne non coltivate: gli ortelli circostanti l'abitato assegnati alle famiglie nel periodo immediatamente seguente la costruzione del paese, sono in abbandono, tra l'altro, per la mancanza di acqua. Un tempo, fino agli anni '50, l'acqua di "troppo pieno" del serbatoio veniva distribuita attraverso piccoli rivoli , curati in autogestione dai proprietari per l'irrigazione. Oggi è perduta, scaricata in fogna.
Accoglienza di migranti. Quanti sono i migranti assegnati alla Calabria? Quali profili professionali presentano? Gli esempi positivi non mancano. Riace, Badolato e dall'altra parte (in negativo) Rosarno. Il fenomeno è oggi sul tappeto prepotentemente, drammaticamente. Essi potrebbero essere accolti coltivando gli orti e riparando le case ricevendone l' uso. Le forme giuridiche possono essere studiate. Gli effetti sarebbero: la rivitalizzazione del centro abitato e l'impulso alle piccole imprese artigianali del restauro edilizio con ricadute anche sulle attività commerciali e dei servizi. Produzione di ortaggi, per uso familiare, che potrebbe alleviare la condizione di non poche famiglie in difficoltà per la crisi in atto. D’altra parte gli orti urbani costituiscono un fenomeno diffuso in molte città europee (Roma, Copenaghen)”
L’architetto Bevivino spiega che tutto ciò “costituirebbe uno stimolo a nuove forme di democrazia sotto il profilo della partecipazione. Cassiodoro nel VI secolo, mentre guerre ed invasioni devastano l'Italia, nella lettera ai giovani cittadini di Squillace , propone una nuova forma di città (urbs in horta). Sul piano della cultura si potrebbe pensare di attivare, istituire una scuola di "tecniche del recupero. La società operaia sarebbe ricondotta alle sue finalità di origine con corsi di formazione per muratori, falegnami, pittori, fabbri. La scuola impiegherebbe volontari, che sicuramente non mancano ,ed agirebbe in collegamento con l'Istituzione utilizzando Biblioteca, e Auditorium
Il Sud del mondo si trova ad affrontare una difficile crisi economica, sociale e politica, crisi che potrebbe e dovrebbe essere occasione per nuove scelte coraggiose. Filadelfia ha una antica tradizione, perchè non potrebbe essere antesignana di innovazione”?