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LE VIE DEI MULINI
Data pubblicazione : 24-07-2013

La zona denominata la "Via dei Mulini"Sono stati portati a termine i lavori di realizzazione del percorso didattico  denominato “Le vie dei Mulini

 

Sono stati portati a termine i lavori di realizzazione del percorso didattico Accesso   denominato “Le vie dei Mulini”, ossia percorsi ricreativi caratterizzati da sentieri e passeggiate Zona denominata la "via dei Mulini" che attraversano un comprensorio naturale, realizzato attraverso tecniche di ingegneria naturalistica.

il ponte   al torrente   area attrezzata   il corso dell'acqua  

Nello specifico, sono stati realizzati:

a) Area ingresso con punti informativi (area di rispetto corredata da due strutture in legno);

b) Percorsi itineranti (realizzazione di un sentiero didattico tematico orientato sugli aspetti ecologici, naturalistici e paesaggistici dell’ecosistema fluviale e delle attività antropiche ad esso legali (mulini ad acqua);

c) Cartelli e segnaletica;

d) Aree sosta Area di sosta (dotata di tavoli, panchine e altre strutture adeguate ad agevolare i momenti di ristoro per i visitatori).

Il punto di forza dell’area è comunque rappresentato dalla presenza del sito archeologico di Castelmonardo.

 

Per l’occasione, pubblichiamo la relazione sulle ricerche ed i rilievi eseguiti sulla collina di Castelmonardo, dai Gruppi Archeologici d’Italia negli anni 1971-72-73.

 

1.      PREMESSA

Nel 1971 i Gruppi Archeologici d’Italia, accogliendo l’invito loro rivolto dal Sindaco e dal Consiglio Comunale di Filadelfia, hanno iniziato una campagna di studi e rilievi archeologici, atti ad approfondire le conoscenze inerenti l’antico insediamento urbano di Castelmonardo che sorgeva nei pressi dall’attuale Filadelfia.

 

Tale centro fu distrutto da una serie di terremoti avvenuti nel 1773 e gli abitanti superstiti fondarono l’odierna Filadelfia.

La Direzione Nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, dopo un sopralluogo sulla collina di Castelmonardo, effettuata da una ristretta commissione di tecnici, constatata la complessità dell’operazione, concordò con l’Amministrazione Comunale di Filadelfia di organizzare una ricerca pluriennale imperniata sul rilievo dei ruderi di superficie del centro distrutto, sulla ricerca materiale ceramico e sullo studio delle fonti d’archivio edite ed inedite.

La varie fasi della campagna in loco furono eseguite nei mesi di agosto-settembre del 1971, del 1972, del 1973, mentre nel 1974 è stato allestito, in Filadelfia, un piccolo Antiquarium con il materiale recuperato.

L’organizzazione generale sul posto è stata patrocinata dal sindaco Luigi Dell’Aquila e curata personalmente dal cicesindaco avv. Giovandomenico Barone.

Dalle ricerche bibliografiche si sono occupati la prof.ssa Girolama Maestri De Luca e l’arch. Maestri.

Nel 1971/1972 la fase estiva di ricerca ha visto come organizzatore di gruppo Piergiorgio Pierfederici e nel 1973 Maurizio Balzano, mentre l’arch. Diego Maestri ha diretto, nei tre anni, l’intera operazione.

Nel mese di agosto del 1974 lo stesso arch. Maestri ed un ristretto gruppo di appartenenti ai G.A.I. ha allestito in due sale del piano nobile di Palazzo Serrao del Vescovo in Filadelfia, un Antiquarium, che raccoglie disegni, fotografie, reperti architettonici e ceramici della scomparsa cittadina di Castelmonardo.

2.      NOTIZIE GENERALI

A Sud-est di Filadelfia (Catanzaro), sulle ultime propaggini settentrionali del complesso montuoso delle Serre, sorge la collina di Castelmonardo, su cui un tempo sorgeva la città omonima, distrutta alla fine del secolo XVIII da una serie di movimenti tellurici di intensità crescente.

Il Colle si eleva da quota + 300 circa sul livello medio del mare, tra due strette valli, quella di Castelmonardo e nord-ovest, al fondo della quale scorre il torrente Prantari e quella Laguana a sud-est, in cui scorre la fiumara Greto, confluenti entrambi a formare il fiume di Polia, a sua volta affluente in destra dell’Angitola, e raggiunge quota 517 in corrispondenza della zona più alta.

La collina di Castelmonardo presenta una forma plano-volumetrica allungata, con asse longitudinale orientato nel senso nord-est sud-ovest, leggermente concavo verso occidente.

Il colle in esame presenta tre zone, culminanti in altrettanti alture con proprie caratteristiche morfologiche, ognuna delle quali ha influito sugli interventi urbanistico-architettonici apportati dall’uomo nelle varie epoche.

La prima zona comprende lo sperone settentrionale del colle, avente una conformazione a balzi alquanto regolari e con andamento quasi parallelo; la seconda zona è costituita dalla parte centrale, con declivio più dolce a occidente e più scosceso ad est, dove un contrafforte si protende a picco sul fondo valle. La terza zona, quella più meridionale, presenta curve di livello con andamento più sinuoso e diseguale, mentre la parte alta offre aree sub-orizzontali d’un certo respiro come pure le pendici rivolte verso valle di Castelmonardo.

Le tre zonew si differenziano anche nelle culture: la prima, con pochi vigneti e vegetazione spontanea, è la meno coltivata; la seconda ha qualche pianta di ulivo e piccoli campi di granturco; la terza è la più lavorata, con qualche campo di grano, ulivi e qualche vigna.

Il colle è raggiungibile dalla vicina Filadelfia per mezzo di una strada di recente asfaltata, da Polia attraverso una strada bianca e con percorsi di minore importanza dalle località Palermi, Aquanci e Tre Croci.

Esso è inoltre molto ricco di acque sorgive, come mostrano il fontanile del Crocifisso, la fontana Bragalla, le polle d’acqua affioranti un po’ ovunque sulle pendici del colle e le sorgenti perenni attestate soprattutto sull’altura meridionale.

 

3.      INQUADRAMENTO RICERCHE E PROGRAMMA PLURIENNALE

Il programma generale, con svolgimento pluriennale., è stato suddiviso in due settori operativi annuali: l’uno da svolgere sul terreno, l’altro, di analisi del materiale recuperato, da attuare presso la Direzione Nazionale dei G.A.I. e le sedi di alcuni Gruppi Archeologici.

Esso precedeva durante il 1971 ricognizioni a vasto raggio su tutto il colle di Castelmonardo per individuare i principali ruderi affioranti in superficie e reperire il materiale ceramico erratico; durante il 1972 rilievi sommari di alcuni ruderi della prima e della terza altura, ricognizioni più accurate sulla parte alta del colle, studio di una stratificazione artificiale messa in luce da franamenti di terreno sul lato occidentale dell’altura centrale; durante il 1973, rilievi di alcune grandi strutture affioranti sulla terza altura, studio del terreno per ubicare le strade, le mulattiere ed i sentieri principali della collina, ricognizioni sul fondo valle e proseguimento dell’analisi riguardante la stratificazione citata.

Il 1974 ha visto invece, una sospensione delle ricerche sulla collina, per permettere ulteriori indagini a carattere scientifico ed una catalogazione di massima di tutto il materiale recuperato, nonché l’allestimento di un piccolo Antiquarium in alcune sale di Palazzo Serrao del Vescovo di Filadelfia.

I risultati sin qui ottenuti sono stati esposti al Soprintendente alle Antichità della calabria prof. Foti e al Soprintendente ai Monumenti della stessa regione arch. Greci, per organizzare in modo sistematico le ricerche svolte e concordare la metodologia delle future indagini sull’antico centro.

 

4.      RICOGNIZIONI

Mancando del tutto i dati per una prima inquadratura generale della consistenza urbanistica dell’antico centro e del materiale ceramico rintracciabile sul colle, il programma del 1971, fu incentrato sulla ricognizione della parte alta della collina, al fine di raccogliere materiale ed elementi sufficienti per la stesura di una planimetria generale della collina, effettuata con l’ausilio della tavoletta al 25:000 dell’I.G.M. e delle mappe catastali in scala 1:2000.

Le ricognizioni, effettuate da gruppi di quattro o cinque giovani ognuno, su terreno assai accidentato coperto da fitta vegetazione in alcuni punti, in altri più aperto e praticabile, presero  l’avvio dalla zona più elevata della prima altura, per scendere fino a quota +455 sul l.m.m.; proseguirono quindi sull’altura centrale della collina, da quota +510 a quota 455 circa, ed infine si estesero alla terza altura, meno aspra delle altre, ma molto più vasta.

 

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